RESEARCH: GAME ENGINE CULTURE(S) (2024)
Theo Triantafyllidis, Radicalization Pipeline, live simulation, 2021 (still) Courtesy of the artist
GAME ENGINE CULTURE(S)
Principal investigators: Matteo Bittanti (Dipartimento di Arti, Media e Spettacolo “Giampaolo Fabris”, Università IULM, Milano), Valentino Catricalà (School of Digital Arts at Manchester Metropolitan University), Paolo Ruffino (Department of Communication and Media, University of Liverpool)
Description: Game engines such as Unity and Unreal Engine have undergone significant evolution over the past decade, transitioning from tools primarily designed for digital video technology to versatile instruments in various creative and scientific domains. Initially conceived for 3D digital simulation, these engines now offer the capability to produce interactive three-dimensional renderings and simulations in a broad range of settings. This transformation reflects the influence of Hollywood's visual effects on disciplines like architecture and fashion, indicating the pervasive impact of contemporary visual culture on the modern film industry.
Unity and Unreal Engine have become indispensable tools for a growing number of contemporary artists. Their advanced computer graphics functionalities enable the creation of intricate virtual worlds, fostering new forms of interaction and artistic expression. These engines are particularly notable in the realm of immersive 3D site-specific installations, where they facilitate experiences of virtual reality and augmented reality. Prominent artists such as Lawrence Lek, Cao Fei, LaTurbo Avedon, Rachel Rossin, Mario Klingemann, Jakob Kudsks Steensen, and Theo Triantafyllidis have leveraged these platforms to pioneer a new expressive tradition in modern and contemporary art, one that is inherently transmedial and transcultural.
However, it's essential to acknowledge the specific aesthetic and commercial interests of leading brands like Unity and Epic Games. Their commitment to simplifying and standardizing the 3D creative process plays a critical role in the industry. By attracting a diverse range of artistic expressions, these game engines foster new paradigms of creativity while navigating the complex interplay between technological innovation and artistic vision.
Goals: The GAME ENGINE CULTURE(S) research project integrates fieldwork and data collection to examine the role of game engines in contemporary visual culture. This collaboration between Università IULM di Milano, Manchester Metropolitan University, and the University of Liverpool includes panels and workshops aimed at advancing research and exploring the impact of game engines on visual arts, both nationally and internationally.
The first event is on December 1, 2023 at the University of Liverpool, with similar workshops following at IULM and Manchester Metropolitan. These events serve as catalysts for research within the program.
A key outcome is an Italian publication offering original contributions from academics, curators, artists and critics specializing in digital and visual culture. This volume provides an updated overview of art influenced by game engines, including critiques and visions for the field. The publication reinforces IULM's position as a leading research center on digital aesthetics and emerging cultural practices.
The program critically examines game engines' influence on visual arts, considering computer graphics' pivotal role. It addresses crucial questions around authorship, accessibility, and sustainability in digital artistic production.
This international collaboration among IULM, Liverpool and Manchester Metropolitan represents a significant contribution to contemporary art discourse by exploring creative possibilities and conditions of artistic expression within game engines.
The project's primary goal is to critically map the current use of game engines in visual arts. This approach, at the intersection of media studies, game studies, platform studies and contemporary art, involves both analysis and prototype creation under artist and practitioner guidance. The investigation aims to preserve artistic integrity within the global digital ecosystem by engaging artists, curators and critics in comprehensive dialogue.
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GAME ENGINE CULTURE(S)
Team e ricercatori: Matteo Bittanti (Dipartimento di Arti, Media e Spettacolo “Giampaolo Fabris”, Università IULM, Milano), Valentino Catricalà (School of Digital Arts at Manchester Metropolitan University), Paolo Ruffino (Department of Communication and Media, University of Liverpool)
Jakob Kudsks Steensen, Dome of Gated Ecologies, 2017, VR, duration 3 minutes
Descrizione: I motori dei videogiochi come Unity e Unreal Engine si sono evoluti significativamente nell’ultimo decennio: da strumenti pensati esclusivamente per lo sviluppo di videogiochi sono oggi diventati piattaforme versatili onnipresenti nelle arti digitali. Originariamente progettati per snellire lo sviluppo 3D delle simulazioni digitali, questi motori forniscono ora potenti capacità di rendering tridimensionale interattivo e simulazione che sono state adottate da una vasta gamma di settori creativi e di ricerca scientifica. Dagli effetti visivi di Hollywood all’architettura e alla moda, i motori di gioco stanno ora plasmando molteplici aspetti della cultura visiva contemporanea. Unreal Engine e Unity sono diventati strumenti indispensabili per un numero crescente di artisti contemporanei. Queste piattaforme software forniscono funzionalità di computer grafica avanzate che permettono di generare mondi virtuali interattivi e coinvolgenti.
Molti artisti stanno adottando Unreal Engine e Unity per creare installazioni 3D immersive site-specific oppure esperienze in realtà virtuale e aumentata; tra gli esempi più significativi spiccano Lawrence Lek, Cao Fei, LaTurbo Avedon, Rachel Rossin, Mario Klingemann, Jakob Kudsks Steensen, Theo Triantafyllidis e molti altri. In sintesi, il linguaggio interattivo e generativo reso possibile da questi motori sta aprendo inedite traiettorie espressive per l’arte moderna e contemporanea, in direzione transmediale e transculturale.
Tuttavia, attori leader come Unity ed Epic Games veicolano anche specifiche inclinazioni estetiche e interessi commerciali. La promessa di semplificare i processi 3D promuove omogeneità stilistica se applicata acriticamente. In altre parole, i motori di gioco rischiano di appiattire la diversità espressiva artistica nonostante abilitino nuovi paradigmi creativi.
Lawrence Lek, Thetha, CGI video, 12’, stereo sound, 2022 (still) Per gentile concessione dell’artista
Approfondimenti: Il progetto GAME ENGINE CULTURE(S) prevede una ricerca sul campo e la raccolta di dati che si svolgerà simultaneamente presso l'Università IULM di Milano, la Manchester Metropolitan University e la University of Liverpool. In ciascuno degli atenei verranno organizzati panel e workshop per facilitare il dibattito con esperti di rilievo nazionale e internazionale sui temi dell'influenza dei motori di gioco nella cultura visiva contemporanea.
Il primo di questi eventi è previsto per il 1 dicembre 2023 presso la University of Liverpool; successivamente saranno replicati workshop simili presso la IULM e la Manchester Met. Questi incontri fungeranno da catalizzatori di riflessione critica durante il progetto di ricerca.
I risultati della ricerca sul campo confluiranno nella pubblicazione di un volume in lingua italiana che raccoglierà contributi originali non solo degli studiosi delle tre università ma anche di curatori, artisti e critici indipendenti impegnati sui temi del digitale e della cultura visuale. Il volume ambisce a fornire una mappa aggiornata sullo stato dell’arte dell'utilizzo dei motori di gioco nelle arti, individuando sfide critiche e traiettorie future. La pubblicazione costituirà un unicum nel panorama italiano e consoliderà la posizione di IULM quale centro di ricerca all'avanguardia su digitale, estetica e pratiche culturali emergenti.
È dunque giustificata un’analisi critica dell'influenza di queste piattaforme sulle arti visive, considerando il loro ruolo centrale nella computer grafica moderna. In effetti la loro diffusione
solleva interrogativi rilevanti circa autorialità, accessibilità, sostenibilità nella produzione artistica digitalizzata.
Questo progetto di ricerca internazionale tra IULM, University of Liverpool e Manchester Metropolitan University esamina il potenziale a doppio taglio dell’onnipresenza dei motori grafici nell’arte contemporanea. Se da un lato essi espandono le possibilità creative, i loro condizionamenti estetici e funzionali standardizzano anche l'espressione artistica in modi raramente esplorati.
L’obiettivo fondamentale del progetto è mappare criticamente l’uso attuale di questi strumenti nelle arti visive, attraverso un approccio di ricerca che si colloca all’intersezione tra media studies, game studies, platform studies e arte contemporanea. Inoltre, tramite analisi e creazione di prototipi sotto la supervisione di artisti e praticanti, il progetto investiga come preservare l'autorialità artistica all’interno di complessi ecosistemi digitali, coinvolgendo artisti, curatori, critici.